Lo standard IPV6 permette di guardare all’ IoT (Internet of Things) come il prossimo futuro dove gli oggetti e le persone saranno sempre più interallacciati e nuovi servizi nel CLOUD saranno disponibili ad aziende, professionisti e cittadini in molteplici aree.

Oggi nell’ambito del M2M si sono realizzate moltissime applicazioni end-to-end per la sanità, la domotica, l’ energia, l’ ambiente, i trasporti, l’ industria etc..

Dalla fase di raccolta dati oggi consolidata da un’ampia offerta di sensoristica, networking wired e wireless ed elettronica di campo si sta passando alla realizzazione di servizi complessi per fare parlare le macchine tra loro ed offrire agli utenti anche in mobilità la possibilità di interagire con esse tramite applicazioni nel CLOUD utilizzabili anche in SaaS (Software as a Service) ed integrate con servizi ICT esistenti.

Si rende così necessaria l’ integrazione di tutte le componenti della filiera e la distribuzione della logica di controllo in modo opportuno sui vari livelli dell’ architettura M2M per garantire ridondanza e continuità operativa spostando nel CLOUD sulla piattaforma bMooble tutta la logica di controllo possibile che non debba necessariamente essere eseguita localmente.

Il quadro di riferimento M2M proposto da bMooble permette di integrare sistemi esistenti od inserire nuove componenti in una logica di plug-and-play per poi fornire nuovi servizi di monitoraggio e controllo remoto agli utenti in mobilità  su ogni device.